mercoledì, ottobre 26, 2005

Vita d'altri / Secondo

Sette del mattino. Una mattina qualunque di un martedì qualunque. Una sveglia qualunque comincia a suonare, in una stanza lontana. Una stanza qualunque, in quell’appartamento da universitari.
Con un immenso sforzo, prima un occhio, poi un altro, si aprono.
E Jacopo si stiracchia, si stroppiccia gli occhi, osserva il tetto sopra di lui e comincia a cantare, tutto storto e con la voce rauca di chi si è appena svegliato e fuma venti sigarette al giorno. (So meiibiiiii tumorrou…Ai faind mai weeeeeeeehii…)
«Pessima esibizione» dice Jacopo, prima ancora di rendersi conto che la prima cosa che ha fatto stamattina è cantare. Quando lo capisce ride da solo come un coglione.
Se non altro la giornata è cominciata ridendo e lui ci fà caso a queste stronzate.
Ulteriore sforzo, e come una scimmia addestrata si alza dal letto e meccanicamente và in cucina. Prende tazza e cucchiaio. Latte e cereali. Stessa procedura da una vita.
La colazione dei campioni.
Pulisce lo schifo che ha lasciato sul tavolo, che non c’è la mamma a farlo, e si prepara un caffè. Si accende una paglia dal fornello e si siede a fumare sul divano, un campo minato di bruciature di sigarette.
Poi, passi strascicanti.
«Ho sentito odore di caffè. Ma che cazzo ci fai TU in piedi a quest’ora?»
Questo è Martino, coinquilino nonché grande amico del nostro.
«Ho lezione…» risponde Jacopo, e sbadiglia.
«Ok divertiti. Io me ne torno a letto…» risponde Martino. E Sbadiglia.
Detto questo si gira e scompare oltre lo stipite della porta. Non lo rivedremo fino all’orario di pranzo ovviamente.
L’aroma di caffè invade la cucina e la caffettiera borbotta come a voler dire “mi sto bruciando le chiappe, forse è ora di spegnere sto’ fuoco no?”.
Zucchero abbondante, tazzina bella piena che sennò col cazzo che si segue la lezione, ultimi due tiri alla prima paglia della giornata e si ricomincia.
Jacopo si veste in fretta, mette il necessario nella borsa a tracolla che si porta dietro anche al gabinetto ed esce chiudendosi alle spalle la porta di casa.
L’androne dell’edificio in centro dove abita rimbomba dello smarmittio della vespa, e Jacopo esce dal portoncino verde e imbocca la strada verso la facoltà.
Prima, seconda e così via tra smarmittate varie.
Una pallosissima lezione di storia contemporanea lo attende, come un oscuro presagio all’orizzonte.
E se vi state chiedendo perché uno come Jacopo si alza alle sette del mattino per seguirla, bisogna precisare che quella stronza della prof se n’era uscita con la storia delle firme.
Ovvero: se non firmi vuol dire che non hai seguito la lezione.
Se non hai seguito la lezione non puoi fare l’esame.
Fottuto.
Guidando verso la facoltà l’aria fresca lo colpisce al viso e il sole in alto dribbla le nuvole, splendendo insistente sui Ray-Ban che nascondono due occhi rossi e assonnati, reduci di un lunedì piuttosto alcolico coi tre amici di sempre.
A che ora erano crollati? Le tre..? Le quattro…? Non lo ricorda proprio.
L’ultima immagine lucida che ha della sera prima è di loro quattro sbracati sul divano in cucina, poi del suo cuscino quando era ormai cotto.
Ennesimo giro di rum, ennesimo giro di succo di pera e…improvvisamente il divano sembrava così morbido, così stupendamente morbido come non lo era mai stato…
E hop, un bel carpiato! Dritto dritto a ronfare tra le calde e accoglienti braccia di Morfeo!
Che a volerla dire tutta..anche lui doveva per forza essere un po’ di fuori..altrimenti chi glielo avrebbe fatto fare ad accudire quei quattro..? Barbuti, fetidi di alcool e sigarette e per di più sbronzi da far schifo!
“Si, doveva per forza essere di fuori anche lui, il vecchio Morfeo” pensa Jacopo.
Immaginate quindi la faccia di uno che gira in vespa alle sette e mezzo del mattino e fa questi pensieri su Morfeo e tutte queste altre cose strane. E’ chiaro: uno così, abituato com'è a svegliarsi sempre dopo mezzogiorno, stamattina ha proprio accusato il colpo.
Uno così oggi non può proprio concludere niente di buono, direte voi.
Non so, sarà stato il suo giorno fortunato.

Quando arriva in facoltà tutte le ragazze che incrocia lo guardano a lungo.
“Cazzo, sarà il fascino un po’ devastato alla Jim Morrison..!” si dice tra sé e sé.
In realtà per le ragazze era solo una faccia nuova, uno che non si vedeva quasi mai in facoltà alle otto del mattino. Ma lui non lo sa, e forte di quegli sguardi, raddrizza la schiena e alza il mento.
Si sente splendido e sorride. Sorridendo la giornata gli sorride in una spirale di positività.
“Jim Morrison”, pensa. “Jim Morrison”.
Si, come no.
Meno male che sono già le otto e la lezione sta per cominciare, altrimenti chissà a cosa sarebbe arrivato il nostro Jim Morrison. Chissà quanto sarebbe durata quella sfilata.
E così, Ray-Ban ancora calati sugli occhi, scazzatissimo al pensiero delle due ore di lezione che lo aspettano, Jacopo entra in aula e viene fulminato. Così, su due piedi.
Lei è bellissima. Capelli lisci e bruni. Pelle scura e levigata, come un abbronzatura uniforme.
Quel naso così perfetto, quelle labbra che immagina così morbide e dolci. Verrebbe voglia di dormirci sopra. O di morderle.
E’ incantevole, persa com’è nel suo quaderno di appunti.
Com’è che non l’aveva vista nelle due lezioni precendenti?
“Incredibile” ripete tra sé mentre si avvicina per sedersi quanto più vicino possibile a lei.
Alla destra della ragazza spettacolare è seduta un'altra ragazza. Sembra che non si conoscano.
Lui dà fastidio ad un intera fila di persone per sedersi alla sua sinistra. Adesso solo un posto vuoto li divide. E per evitare complicazioni, il posto viene occupato dalla borsa di Jacopo.
Lei alza per un millesimo di secondo lo sguardo dal quaderno dove sta scrivendo e lo guarda coi suoi occhi azzurrissimi bordati del nero della matita che accentua i lineamenti da…gatta. Si, gli ricorda proprio una gatta.
“Ha gli occhi azzurri!! Cristo ha gli occhi azzurri!!!” comincia a urlare una voce nel cranio di Jacopo.
Può uccidere per gli occhi azzurri. Può morire per un paio di occhi azzurri.
E’ già mezzo sconvolto. Ma adesso deve parlarci. Deve sapere se lei è una di quelle rare persone che infrangono una delle leggi su cui, secondo lui, si basa l’intera esistenza umana: se curi il corpo non curi la mente. E viceversa.
Si, lei è bellissima, ma chi gli assicura che non è una di quelle ragazze strafatte di narcisismo e vanità al punto di non pensare ad altro?
Chi gli assicura che non è vuota e priva di significati, senza niente da dire, senza niente da dare?
Cazzo, chi gli assicura che non è una fan di Laura Pausini??
Deve parlarci! Deve sapere!! Una così non può proprio lasciarsela sfuggire.
Mentre Jacopo è perso in queste riflessioni astrattissime, la professoressa entra in aula.
La lezione comincia, ma l’attenzione del nostro è totalmente volta a lei, la ragazza spettacolare.
Lei eclissa tutto il resto: le parole al microfono diventano una nenia senza senso; le persone intorno a lui perdono importanza e si trasformano, fino a diventare sagome di cartone disegnate rozzamente, i lineamenti abbozzati come nel disegno di un bambino.
Jacopo ne scruta di nascosto ogni movimento. Il guizzo rapido degli occhi dalla prof al quaderno, il lento movimento delle mani e delle dita affusolate quando lei si accarezza lentamente il collo scoperto.
Poi una voce stridula.
«Eeeeh…se quel signore laggiù si toglie gli occhiali e ritorna tra noi umili mortali, gliene saremmo tutti grati…! Graaaazzieee…»
La prof. Simpatica come la bomba atomica su Hiroshima.
Adesso tutta l’aula lo guarda e ridacchia mentre lui si toglie gli occhiali. Aveva dimenticato di averli ancora sul naso.
Anche lei lo sta guardando: fa un timido sorriso appena accennato, ricambiato da Jacopo che alza le spalle. Poi torna a concentrare l’attenzione sul suo amato quaderno, con quel sorriso da Gioconda dipinto sulle labbra.

Un’ora passa in fretta e la tanto agognata pausa arriva.
Di nuovo la voce stridula taglia l’aria da parte a parte dell’aula.
«Eeeeh ragazziii…solo cinque minuti che poi dobbiamo completare! Graaazzieee…».
Giusto il tempo di una paglia. E fanculo a quella rompiballe e ai suoi grazzie.
L’orda dei fumatori si alza all’unisono per uscire dall’aula.
Anche la ragazza spettacolare si alza con una paglia già in bocca. Jacopo quasi tira un sospiro di sollievo. Solitamente lo mette in imbarazzo avere a che fare -leggi “provarci”- con chi non fuma. Ne escono fuori sempre le solite paranoie, della serie “Fa male! Perché lo fai? Poi ti puzza anche l’alito!”. E quindi…
Uscendo Jacopo mette nuovamente gli occhiali da sole e la prof lo guarda di sbieco scuotendo la testa. Lui risponde con un sorriso sghembo da cui pende una paglia.
“La scusa degli appunti, vai con la scusa degli appunti..!! Cazzo la scusa degli appunti non sbaglia mai! Non si negano gli appunti ad un poveraccio come me!!” pensa Jacopo.
Che poi lui non ce li ha davvero gli appunti, e in fondo un giorno gli sarebbero tornati utili. Un giorno molto lontano però.
Accorto come una faina si piazza di fronte a lei. A testa in giù dà fuoco alla paglia.
Alza lo sguardo verso di lei e dice semplicemente:
«Che palle sta lezione…»
«Veramente..! Alle otto poi…» dice lei.
“Mi ha risposto!! CAZZO MI HA RISPOSTO!!! Dì qualcosa presto! Dì una cazzata qualunque, DILLAAAH!!” urla la solita voce nel cranio di Jacopo.
«Poi lei non la sopporto…con quella vocina stridula…» ecco, l’ha detta.
E lei ride. Per la prima volta sente quella risata così genuina e semplice.
«Hai ragione! Anche se questa è la prima lezione che seguo» risponde lei.
E nella testa di Jacopo scatta un molla: se questa è la prima lezione che segue lei non può avere appunti. E’ inutile chiederglieli…però può sempre passarle i suoi..!
E prima di rendersi conto che lui non ha alcun appunto, decide che sarà così che la rivedrà.
«Senti ma…quindi tu ad appunti come sei messa?» chiede la nostra faina, conoscendo già la risposta.
«Beh, ho solo quelli di oggi…le lezioni passate non le ho seguite.» risponde lei.
E brava la nostra ragazza che cazzeggia!
«Io invece oggi non ho scritto un cazzo..! Senti, facciamo così: io ti passo gli appunti delle lezioni che non hai seguito e tu quelli di oggi. Che ne dici?» ecco fatto, la trappola è armata.
«Per me va benissimo…non sapevo dove prenderli!» risponde lei.
La trappola è scattata, e una risata degna di Satana riecheggia nella testa di Jacopo.
«Perfetto! Allora facciamo che ci vediamo domani pomeriggio, diciamo per le quattro, in aula studio?» dice il nostro.
«Per me va bene..! Sei sicuro che non ti secca venire apposta per gli appunti?» dice lei con un’espressione quasi commovente.
«Nooo! Figurati! Tanto domani dovevo comunque venire in facoltà!»
Oscar per l’interpretazione..! Non è vero per niente e lo sai.
«Ok, allora se per te non è un problema ci vediamo domani…!» dice lei sorridendo.
«Certo! Ah…comunque io mi chiamo Jacopo» dice e le stringe la mano sorridendo dal profondo.
«Già vero..!» dice lei, ricambiando delicatamente la stretta di mano.
«Aurora, piacere!»
“Aurora, si chiama Aurora” si ripete il nostro. Troppe volte ha dimenticato un nome nel momento stesso in cui veniva pronunciato.
Rientrano insieme in aula. Lui comincia da subito a fare il buffone: piccole battutine sulla professoressa e sulle cose che dice. Lei ride di soppiatto, portandosi una mano davanti al viso per non farsi vedere dalla prof.
Dopo un’ora, a Jacopo sembrava che il tempo non fosse mai passato così velocemente.
Una volta fuori dall’aula non resta che salutarla. Baci sulle guance e a domani.
Se ne va sorridendo e ad ogni passo il sorriso si allarga sempre più.
Sulla strada verso casa, la vespa si guida praticamente da sola. Il nostro ha una paresi facciale: ride a cinquantacinque denti.
Sale le scale di casa a multipli di tre ed entra in casa tutto elettrico.
Si fionda nella camera di Martino, che ancora dorme. Apre la persiana di colpo e si siede sul letto, accanto a Martino ancora catatonico.
«Ma che cazzo fai? Che è successo..?» chiede Martino con la luce del mattino sparata in faccia.
«Martino…mi servono immediatamente gli appunti di storia contemporanea!» risponde Jacopo tutto pimpante.
Ecco. Già lo sapevo. Non cambierà mai.

Continua >> Terzo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ecco... queste sono le cose di cui non mi stancherei mai!!
Non vedo l'ora di leggere il seguito.

5HiNoBi ha detto...

Te lo giuro..per me è un film...già mi immagino le canzoni di sottofondo per ogni scena..!