sabato, agosto 26, 2006

Aurora Smoking

Ecco uno delle mie ultime creazioni: l'attrice Shannyn Sossamon (sbav sbav) sullo sfondo del chiostro del monastero dei Benedettini di Catania..!
Questa scena si rifà un po' a "Vita d'altri"...come lasciava intuire il titolo.

martedì, agosto 22, 2006

Una prima piccola chicca per pochi eletti...il video di "Schism" dei Tool, gruppo che ultimamente fà da colonna sonora alla mia vita.
Se ve lo state chiedendo...sì, sono pazzi.

venerdì, agosto 18, 2006

Ma cos'è questa insofferenza, questo nervosismo, quest'insicurezza? Ho di nuovo 17 anni?
Mi sento un'ALiEnO, ecco come mi sento. Alienato. Sintonizzato su frequenze troppo diverse, troppo alte o troppo basse. Qua siete tutti strani o sono io che sono andato, che sto impazzendo?
La normalità qual'è? Dov'è sta normalità che tutti vanno vantando?? Ma chi ce l'ha? Io no di sicuro.

domenica, agosto 13, 2006

Vita d'altri / Quinto

In un vecchio palazzo nel centro storico della città, a due passi dal punto caldo di musica e locali, a due passi dai luoghi di riunione del popolo della notte, si trova l’appartamento dove Jacopo vive in affitto da più di un anno.
Entrando dal portoncino verde ti trovi in un piccolo androne: a sinistra scale di marmo, smussato da chissà quanti piedi, portano agli appartamenti ai piani superiori, tra cui quello del nostro.
Di fronte, ad una decina di passi, l’androne si apre in un piccolo cortile verde di edera e muschio, su cui si affacciano le finestre quadrate e i balconi degli appartamenti.
Quel cortile lo chiamano “il regno dei gatti”, per lo spropositato numero di felini che vi fanno tappa durante il giorno e la notte.
L’appartamento in cui abita insieme all’amico Martino è un semplice appartamento da universitari.
La sua camera invece è una specie di tana, un posto sicuro dove rifugiarsi quando il mondo diventa troppo cattivo. Adesso è illuminata dall’arancione del sole morente.
Le pareti le ha ripitturate personalmente, in tonalità di rosso, arancione e giallo.
Atmosfera dai colori caldi per scacciare pensieri freddi.
Dai poster alle pareti si affacciano volti più o meno conosciuti: la faccia sorridente di Brad Pitt e quella scazzata di Edward Norton, nella locandina di Fight Club; una tostissima Uma Thurman ammicca dal poster di Pulp Fiction; il magrissimo Jim Morrison osserva silenzioso, a braccia aperte, con quello sguardo fisso e un po’ assente.
Quelli sono i suoi santini, per così dire.
Sulla scrivania di legno c’è un computer portatile, tanti CD abbandonati alla rinfusa e tre tazze di caffè dimenticate lì da giorni.
Ad una parete c’è un’enorme libreria, zeppa straripante di libri & fumetti, bottiglie e lattine vuote di birra, altri cd, alcuni dvd e tante altre cazzatine, regali di chissà chi o ricordi di chissà cosa.
Una decina di candele sono sparse qua e là. Con la loro luce morbida lo aiutano a scacciare pensieri spigolosi.

Salite le scale di marmo smussato, varcata la soglia del semplice appartamento da universitari, Jacopo è a casa. Appende al muro la borsa a tracolla e la giacca e lancia un grido di saluto in direzione della cucina, da dove Martino risponde sovrastando il suono della televisione accesa.
Si dirige subito verso la sua stanza e si chiude la porta alle spalle. Accende il portatile, e lascia che il fido programma scelga per lui le canzoni da ascoltare.
Lascia il volume a metà, né troppo alto né troppo basso, e si abbandona sul suo trono, una grossa poltrona bassa e morbida.
Seduto alla Dylan Dog, chiude un attimino gli occhi, quasi a voler fissare meglio la giornata nella memoria, per poi dedicarsi ad altro, con la testa finalmente libera.

Non passano neanche due minuti che dalla porta proviene un legnoso “toc toc”. Bussano.
«Avanti.» dice Jacopo senza neanche aprire gli occhi.
«E allooooraaa..!» urla Martino lanciandosi verso la poltrona e quindi su Jacopo con una mossa degna di un lottatore di wrestling.
«Ugh!»
Martino sorride alla smorfia del nostro e gli passa un braccio intorno al collo.
Poi comincia col terzo grado.
«E allora! Da quando in qua è la norma svegliare un amico che dorme beatamente per degli insignificanti appunti e perdipiù senza dare spiegazioni!? E oggi? Dove sei sparito oggi pomeriggio? E’ anche passato Ale a cercarti, lo sai? Qui c’è qualcosa dietro, caro mio. Oh sì! Avanti, sputa il rospo: per chi erano gli appunti?»
«Ma niente...ho conosciuto una tipa» risponde il nostro.
«Ma và! Ti si legge in faccia che c’è di mezzo una donna. E com’è com’è?» chiede Martino tutto interessato.
«E’ una…niente di che» risponde Jacopo volutamente vago, che sa dove vuole andare a parare il buon Martino. A parlare di donne con lui ci si riduce sempre a parlare di vagine bollenti, culi scolpiti e altre situazioni pseudopornoimmaginografiche.
Ovvero, che tu lo voglia o no, ti trovi ad immaginare veri e propri film porno in cui i protagonisti e -soprattutto- le protagoniste sono persone con cui hai parlato dieci minuti prima. Meglio non dare subito Aurora in pasto allo squalo. Meglio restare sul vago.
Il problema è che lo squalo ormai ha capito tutto.
«Aah, vuoi fare il vago con me?» dice risoluto, e aggiunge «So io come farti parlare!» con lo sguardo che gli luccica.
Si ficca una mano nella tasca dei jeans e sorridendo ne tira fuori un piccolo involucro di carta d’alluminio. E Jacopo, capendo immediatamente di che si tratta, sa già che parlerà. Oh se parlerà. Lo squalo avrà la sua preda!
«Un regalino di Ale! Che a proposito, ti manda a salutare. Ora tira fuori una cartina da quella bolgia di libreria e fammi un filtro» dice Martino, mentre si china a sminuzzare con le dita l’erba verde e odorosa.
…dieci minuti dopo…
I due se ne stanno distesi sul letto di Jacopo a guardare il soffitto come se fosse la volta celeste.
«Ha i capelli castani, lisci. E la pelle scura» dice Jacopo sognante, mentre fotografie di Aurora vengono proiettate sulla parete frontale del suo cranio.
«Poi?» lo esorta Martino.
«E poi ha delle belle labbra…» continua il nostro, chiedendosi che sapore avranno.
«Uuuh…chissà se è brava a…» dice Martino, dando un tiro alla canna.
«…e un sorriso incredibile.» lo interrompe Jacopo prima che Martino possa andare oltre.
«E ha gli occhi da gatta, azzurri! E un naso perfetto..!» dice.
«Tu sei sempre stato fissato col naso…perché poi…» dice Martino quasi pensando ad alta voce.
«E’ il centro del viso, è chiaro. Domina su tutto il resto. E’ chiaro che ci faccio caso: è là, al centro…» dice il nostro disegnando nell’aria un viso e un naso con gesti lenti delle mani.
«Ma vuoi mettere una che ha un un bel culo con una che ha un bel naso?!?»
«Quanto sei materialista!E comunque è ovvio che ha anche un bel culo! Per chi mi hai preso? Per uno che sveglia gli amici e smercia appunti per niente?!?» si infervora Jacopo, togliendogli la canna di mano.
«Ah, non ho dubitato un solo attimo del tuo buon gusto…» risponde Martino grattandosi lentamente un occhio con la mano appena liberata. Aveva dimenticato di averne un’altra, abbandonata sulla pancia.
«Eh beh...» dice solo il nostro, tirando dalla canna l’ultimo tiro e spegnendola nel posacenere sul comodino.
Un ultimo gesto, prima del silenzio.
Due minuti di assoluta quiete, fatti di pensieri che sbocciano uno dietro l’altro nelle teste dei nostri eroi.
«In definitiva… questa te la dà o no?» dice Martino rompendo all’improvviso il silenzio, girando la testa verso Jacopo.
«Non credo!» risponde Jacopo, iniziando a ridere come un pazzo, seguito a ruota da Martino.

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lunedì, agosto 07, 2006

Ieri sera ho assistito ad una scena che mi ha schifato e lasciato a bocca aperta.
Eravamo in centro, seduti sul marciapiede di fronte al solito locale. Accanto a me due ragazze mie amiche.
Intorno a noi, già da un po' avevo notato un pugno di teste rasate anche troppo vicine al nostro gruppetto. Li tenevo d'occhio, perchè francamente le teste di cazzo della loro risma mi infastidiscono. Non ci mettono niente a creare problemi, così su due piedi.
Neanche due minuti dopo, come avevo previsto, assisto alla seguente scenetta. Proprio davanti ai miei occhi.
Un mio amico, Manu, stava tranquillamente passeggiando quando uno di questi coglioni gli si para davanti con espressione di sfida, sbarrandogli il passo. Manu, un po' perplesso, lo guarda come per dire "eh ok, ora che vuoi..?". E quest'idiota sempre parato davanti a lui, con la sua birra in mano e quell'espressione stampata in faccia, che parli con lui era Benito Mussolini.
Ad un certo punto il panico: il fascio afferra il ciondolo che Manu porta al collo e glielo strappa via con una botta secca piena di disprezzo. Io e le ragazze accanto a me a bocca aperta. Per un attimo penso di alzarmi, ma il pensiero di una bottigliata in testa mi fa restare seduto. Manu ha un'espressione del tutto pacifica mentre il fascio di merda torna dai suoi amici sbandierando il trofeo appena conquistato con la prode bravata. Ovvero prendendosela con uno che è la metà di te e che non ha nessuna intenzione di scatenare una rissa. Con una persona che non farebbe male ad una mosca.

Bravo!
Tu sì che hai basato la tua vita su grandi ideali!
Tu sì che appartieni di sicuro ad una razza superiore..!