sabato, settembre 17, 2005

Il limbo degli ignavi

Università. Lavoro. Passato presente e futuro.
Tutti interrogativi che si accavallano tra loro. Che pendono sulla mia testa come una spada di Damocle, soprattutto in questo periodo.
Devo mettere un po' d'ordine e fare le mie scelte. Perchè sto perdendo le redini della mia vita e non mi piace.
Devo mettere un po' d'ordine, perchè inizio a non capirci niente.
Mi interesso a mille cose diverse tra loro e non ne porto a compimento neanche una. Come vivere nel limbo degli ignavi.

martedì, settembre 06, 2005

The big Kahuna

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto. E in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava. Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un
chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica. I veri problemi della vita
saranno sicuramente cose che non t'erano mai passate per la mente. Di quelle che
ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio. Fa' una
cosa, ogni giorno che sei spaventato. Canta. Non esser crudele col cuore degli
altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo. Lavati i denti. Non perder
tempo con l'invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è
lunga e alla fine è solo con te stesso. Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente dimmi come si fa. Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto. Rilassati. Non sentirti in colpa se non sai cosa
vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a
ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più
interessanti che conosco ancora non lo sanno. Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno. Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant'anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi. Senza paura e senza temere quel che pensa la gente. E' il più grande strumento che potrai
mai avere. Balla. Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno. Leggi le
istruzioni, anche se poi non le seguirai. Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo. Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro. Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno. Datti da fare per
colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane. Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca. Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca. Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni
sembreranno di un ottantacinquenne. Sii cauto nell'accettare consigli, ma sii
paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio...per questa volta.

Settembre

Fuori piove e lo schianto secco dei tuoni riempie l'aria.
Sembra quasi che l'inverno sia arrivato di colpo.
Settembre è sempre strano per me. Quasi per un scherzo del destino, ogni anno rappresenta sempre un mese di transizione. Come se si chiudesse un ciclo per poi aprirsene un altro quando tutto si stabilizza. E si ricomincia.
Una volta si tornava a scuola dopo l'estate. Ma con la fine della scuola perdi anche il piacere delle vacanze. Perdi quel sapore di libertà, la felicità di non vedere per tre mesi quei bastardi dei professori. E alla fine un po' vi manca, credetemi.
Ma il ciclo della scuola si è chiuso ben due anni fà, anche se sembra solo ieri e quasi quasi riesco ancora a sentirmi addosso la paura delle interrogazioni e le risate con i compagni.
Tra un po' si ricomincia con l'università invece, con la speranza di ritrovare la voglia di studiare che in realtà non ho mai avuto.
Ma farò quel che potrò, perchè tanto solo la speranza mi fa andare avanti...

giovedì, settembre 01, 2005

Ed eccoci al primo di settembre. Data che segna in un certo senso la fine dell’estate.
Un’estate davvero di merda devo dire. Piena di niente. Giornate noiose, qualche uscita divertente, ma tutto sommato che lascia l’amaro in bocca.
È triste pensare che hai bruciato un periodo della tua vita senza concludere niente. Passando giornate nell’inutilità più totale. Come adesso per esempio.
Sono scazzato a morte. I sintomi sempre i soliti: vorrei fare qualcosa. Non so cosa. E cmq non ho voglia. Ascolto i Deftones, interrompendo l’ascolto solo per fumare una sigaretta.
Inutilità. Niente di che.
Anche certe situazioni che una volta mi avrebbero tenuto in vita, adesso mi scivolano addosso come se niente fosse. E mi ritrovo ancora una volta bloccato nel mio inferno personale, che altri possono solo intravedere.
Insomma, questi giorni di mezzo li sto già odiando. Davvero poche cose riescono a strapparmi un sorriso. Per farla breve: ho i coglioni croccanti.

Non lo so neanche io che cazzo voglio.
Forse solo qualcosa o qualcuno che mi tiri su. Qualcosa in cui concentrare tutta la mia speranza. Qualcosa che mi faccia alzare dal letto col sorriso. Com’era una volta con Loriana, per fare un esempio banale. Lei era il motivo per alzarsi dalla "ventosa" del letto e andare a scuola. Ma questo ero mooolto moolto tempo fà.
E proprio mentre scrivo, capisco che il mio problema è questo. Non riesco a vivere in funzione di me stesso. Do sempre la precendenza agli altri, che sia giusto o sbagliato. Che se lo meritino o no.