lunedì, novembre 14, 2005

Neanche il tempo di renderti conto che non sei più solo e che forse hai trovato finalmente qualcuno che ti desidera davvero per quello che sei, che arrivano i giorni lenti e densi dell'attesa.
La vita ti dà un dolce assaggio, e subito nega amaramente.
La vita dà e la vita toglie. E ti mette in lista d'attesa.
Per una volta però non è un'attesa sconclusionata.
Per una volta sono in attesa sapendo cosa aspetto.
Per una volta non sono solo speranze!

lunedì, novembre 07, 2005

Odoro il mio maglione. C’è ancora il suo profumo.
Ho quasi paura a sniffarlo troppo spesso, come se facendolo troppo potessi consumare questo profumo che vorrei tenere per sempre.
Però se chiudo gli occhi riesco quasi a sentirla accanto a me. Riesco quasi a pensare che lei non sia dall’altra parte dell’italia.

Incubus - Monuments and melodies

My hands are trembling
And my eyes are on fire
And this house is crumbling
And I've been left out all the while
Yeah, yeah
You make me happy
You magnify my better half
You make me certain
Though all I have today is your photograph
My past is perilous
Each scar I wear sings
Monuments to where I have been
And melodies to where I am going
Yeah, yeah
You make me happy
You magnify my better half
You make me certain
Though all I have today is your photograph
When will I see you again?
Still-life can only go so far
I need you in front of me
Saying my name
Saying to me...
"I want you the way you are
You, the way you are"
You make me happy
You magnify my better half
You make me certain
Though all I have today is your photograph
You make me happy...

A Simona...

domenica, ottobre 30, 2005

Chiamatela confusione, riflessione, crisi d'identità. Fatto sta che non sò più chi sono.
O meglio chi voglio essere.
Mi sento come in bilico tra il mio vecchio mondo, che piano piano ho abbandonato e adesso rinnego non sentendolo più mio, ed un nuovo mondo che mi spaventa e allo stesso momento mi affascina, a cui mi abituo ogni giorno di più, anche se spesso mi fa sorgere dubbi atroci.
Io sono sempre stato contro "l'omologazione", ho sempre voluto essere unico e pensare con la mia testolina di cazzo...e adesso mi trovo in una situazione in cui dovrei annullare -almeno in parte- questo lato del mio carattere per piacere agli altri.
Ne vale la pena per entrare pienamente nella situazione e viverla a pieno?
O è meglio viverla ai margini, solo da osservatore, come ho fatto fin'ora?

Comunque credo sia inutile domandarmi se sia giusto o no giocare a fare il duro...tanto lo so di che "pasta" sono fatto...una pasticca che non vedi e non ingoi e che sicuramente conosci anche tu.
Nel giro la chiamano "paura".

mercoledì, ottobre 26, 2005

Vita d'altri / Secondo

Sette del mattino. Una mattina qualunque di un martedì qualunque. Una sveglia qualunque comincia a suonare, in una stanza lontana. Una stanza qualunque, in quell’appartamento da universitari.
Con un immenso sforzo, prima un occhio, poi un altro, si aprono.
E Jacopo si stiracchia, si stroppiccia gli occhi, osserva il tetto sopra di lui e comincia a cantare, tutto storto e con la voce rauca di chi si è appena svegliato e fuma venti sigarette al giorno. (So meiibiiiii tumorrou…Ai faind mai weeeeeeeehii…)
«Pessima esibizione» dice Jacopo, prima ancora di rendersi conto che la prima cosa che ha fatto stamattina è cantare. Quando lo capisce ride da solo come un coglione.
Se non altro la giornata è cominciata ridendo e lui ci fà caso a queste stronzate.
Ulteriore sforzo, e come una scimmia addestrata si alza dal letto e meccanicamente và in cucina. Prende tazza e cucchiaio. Latte e cereali. Stessa procedura da una vita.
La colazione dei campioni.
Pulisce lo schifo che ha lasciato sul tavolo, che non c’è la mamma a farlo, e si prepara un caffè. Si accende una paglia dal fornello e si siede a fumare sul divano, un campo minato di bruciature di sigarette.
Poi, passi strascicanti.
«Ho sentito odore di caffè. Ma che cazzo ci fai TU in piedi a quest’ora?»
Questo è Martino, coinquilino nonché grande amico del nostro.
«Ho lezione…» risponde Jacopo, e sbadiglia.
«Ok divertiti. Io me ne torno a letto…» risponde Martino. E Sbadiglia.
Detto questo si gira e scompare oltre lo stipite della porta. Non lo rivedremo fino all’orario di pranzo ovviamente.
L’aroma di caffè invade la cucina e la caffettiera borbotta come a voler dire “mi sto bruciando le chiappe, forse è ora di spegnere sto’ fuoco no?”.
Zucchero abbondante, tazzina bella piena che sennò col cazzo che si segue la lezione, ultimi due tiri alla prima paglia della giornata e si ricomincia.
Jacopo si veste in fretta, mette il necessario nella borsa a tracolla che si porta dietro anche al gabinetto ed esce chiudendosi alle spalle la porta di casa.
L’androne dell’edificio in centro dove abita rimbomba dello smarmittio della vespa, e Jacopo esce dal portoncino verde e imbocca la strada verso la facoltà.
Prima, seconda e così via tra smarmittate varie.
Una pallosissima lezione di storia contemporanea lo attende, come un oscuro presagio all’orizzonte.
E se vi state chiedendo perché uno come Jacopo si alza alle sette del mattino per seguirla, bisogna precisare che quella stronza della prof se n’era uscita con la storia delle firme.
Ovvero: se non firmi vuol dire che non hai seguito la lezione.
Se non hai seguito la lezione non puoi fare l’esame.
Fottuto.
Guidando verso la facoltà l’aria fresca lo colpisce al viso e il sole in alto dribbla le nuvole, splendendo insistente sui Ray-Ban che nascondono due occhi rossi e assonnati, reduci di un lunedì piuttosto alcolico coi tre amici di sempre.
A che ora erano crollati? Le tre..? Le quattro…? Non lo ricorda proprio.
L’ultima immagine lucida che ha della sera prima è di loro quattro sbracati sul divano in cucina, poi del suo cuscino quando era ormai cotto.
Ennesimo giro di rum, ennesimo giro di succo di pera e…improvvisamente il divano sembrava così morbido, così stupendamente morbido come non lo era mai stato…
E hop, un bel carpiato! Dritto dritto a ronfare tra le calde e accoglienti braccia di Morfeo!
Che a volerla dire tutta..anche lui doveva per forza essere un po’ di fuori..altrimenti chi glielo avrebbe fatto fare ad accudire quei quattro..? Barbuti, fetidi di alcool e sigarette e per di più sbronzi da far schifo!
“Si, doveva per forza essere di fuori anche lui, il vecchio Morfeo” pensa Jacopo.
Immaginate quindi la faccia di uno che gira in vespa alle sette e mezzo del mattino e fa questi pensieri su Morfeo e tutte queste altre cose strane. E’ chiaro: uno così, abituato com'è a svegliarsi sempre dopo mezzogiorno, stamattina ha proprio accusato il colpo.
Uno così oggi non può proprio concludere niente di buono, direte voi.
Non so, sarà stato il suo giorno fortunato.

Quando arriva in facoltà tutte le ragazze che incrocia lo guardano a lungo.
“Cazzo, sarà il fascino un po’ devastato alla Jim Morrison..!” si dice tra sé e sé.
In realtà per le ragazze era solo una faccia nuova, uno che non si vedeva quasi mai in facoltà alle otto del mattino. Ma lui non lo sa, e forte di quegli sguardi, raddrizza la schiena e alza il mento.
Si sente splendido e sorride. Sorridendo la giornata gli sorride in una spirale di positività.
“Jim Morrison”, pensa. “Jim Morrison”.
Si, come no.
Meno male che sono già le otto e la lezione sta per cominciare, altrimenti chissà a cosa sarebbe arrivato il nostro Jim Morrison. Chissà quanto sarebbe durata quella sfilata.
E così, Ray-Ban ancora calati sugli occhi, scazzatissimo al pensiero delle due ore di lezione che lo aspettano, Jacopo entra in aula e viene fulminato. Così, su due piedi.
Lei è bellissima. Capelli lisci e bruni. Pelle scura e levigata, come un abbronzatura uniforme.
Quel naso così perfetto, quelle labbra che immagina così morbide e dolci. Verrebbe voglia di dormirci sopra. O di morderle.
E’ incantevole, persa com’è nel suo quaderno di appunti.
Com’è che non l’aveva vista nelle due lezioni precendenti?
“Incredibile” ripete tra sé mentre si avvicina per sedersi quanto più vicino possibile a lei.
Alla destra della ragazza spettacolare è seduta un'altra ragazza. Sembra che non si conoscano.
Lui dà fastidio ad un intera fila di persone per sedersi alla sua sinistra. Adesso solo un posto vuoto li divide. E per evitare complicazioni, il posto viene occupato dalla borsa di Jacopo.
Lei alza per un millesimo di secondo lo sguardo dal quaderno dove sta scrivendo e lo guarda coi suoi occhi azzurrissimi bordati del nero della matita che accentua i lineamenti da…gatta. Si, gli ricorda proprio una gatta.
“Ha gli occhi azzurri!! Cristo ha gli occhi azzurri!!!” comincia a urlare una voce nel cranio di Jacopo.
Può uccidere per gli occhi azzurri. Può morire per un paio di occhi azzurri.
E’ già mezzo sconvolto. Ma adesso deve parlarci. Deve sapere se lei è una di quelle rare persone che infrangono una delle leggi su cui, secondo lui, si basa l’intera esistenza umana: se curi il corpo non curi la mente. E viceversa.
Si, lei è bellissima, ma chi gli assicura che non è una di quelle ragazze strafatte di narcisismo e vanità al punto di non pensare ad altro?
Chi gli assicura che non è vuota e priva di significati, senza niente da dire, senza niente da dare?
Cazzo, chi gli assicura che non è una fan di Laura Pausini??
Deve parlarci! Deve sapere!! Una così non può proprio lasciarsela sfuggire.
Mentre Jacopo è perso in queste riflessioni astrattissime, la professoressa entra in aula.
La lezione comincia, ma l’attenzione del nostro è totalmente volta a lei, la ragazza spettacolare.
Lei eclissa tutto il resto: le parole al microfono diventano una nenia senza senso; le persone intorno a lui perdono importanza e si trasformano, fino a diventare sagome di cartone disegnate rozzamente, i lineamenti abbozzati come nel disegno di un bambino.
Jacopo ne scruta di nascosto ogni movimento. Il guizzo rapido degli occhi dalla prof al quaderno, il lento movimento delle mani e delle dita affusolate quando lei si accarezza lentamente il collo scoperto.
Poi una voce stridula.
«Eeeeh…se quel signore laggiù si toglie gli occhiali e ritorna tra noi umili mortali, gliene saremmo tutti grati…! Graaaazzieee…»
La prof. Simpatica come la bomba atomica su Hiroshima.
Adesso tutta l’aula lo guarda e ridacchia mentre lui si toglie gli occhiali. Aveva dimenticato di averli ancora sul naso.
Anche lei lo sta guardando: fa un timido sorriso appena accennato, ricambiato da Jacopo che alza le spalle. Poi torna a concentrare l’attenzione sul suo amato quaderno, con quel sorriso da Gioconda dipinto sulle labbra.

Un’ora passa in fretta e la tanto agognata pausa arriva.
Di nuovo la voce stridula taglia l’aria da parte a parte dell’aula.
«Eeeeh ragazziii…solo cinque minuti che poi dobbiamo completare! Graaazzieee…».
Giusto il tempo di una paglia. E fanculo a quella rompiballe e ai suoi grazzie.
L’orda dei fumatori si alza all’unisono per uscire dall’aula.
Anche la ragazza spettacolare si alza con una paglia già in bocca. Jacopo quasi tira un sospiro di sollievo. Solitamente lo mette in imbarazzo avere a che fare -leggi “provarci”- con chi non fuma. Ne escono fuori sempre le solite paranoie, della serie “Fa male! Perché lo fai? Poi ti puzza anche l’alito!”. E quindi…
Uscendo Jacopo mette nuovamente gli occhiali da sole e la prof lo guarda di sbieco scuotendo la testa. Lui risponde con un sorriso sghembo da cui pende una paglia.
“La scusa degli appunti, vai con la scusa degli appunti..!! Cazzo la scusa degli appunti non sbaglia mai! Non si negano gli appunti ad un poveraccio come me!!” pensa Jacopo.
Che poi lui non ce li ha davvero gli appunti, e in fondo un giorno gli sarebbero tornati utili. Un giorno molto lontano però.
Accorto come una faina si piazza di fronte a lei. A testa in giù dà fuoco alla paglia.
Alza lo sguardo verso di lei e dice semplicemente:
«Che palle sta lezione…»
«Veramente..! Alle otto poi…» dice lei.
“Mi ha risposto!! CAZZO MI HA RISPOSTO!!! Dì qualcosa presto! Dì una cazzata qualunque, DILLAAAH!!” urla la solita voce nel cranio di Jacopo.
«Poi lei non la sopporto…con quella vocina stridula…» ecco, l’ha detta.
E lei ride. Per la prima volta sente quella risata così genuina e semplice.
«Hai ragione! Anche se questa è la prima lezione che seguo» risponde lei.
E nella testa di Jacopo scatta un molla: se questa è la prima lezione che segue lei non può avere appunti. E’ inutile chiederglieli…però può sempre passarle i suoi..!
E prima di rendersi conto che lui non ha alcun appunto, decide che sarà così che la rivedrà.
«Senti ma…quindi tu ad appunti come sei messa?» chiede la nostra faina, conoscendo già la risposta.
«Beh, ho solo quelli di oggi…le lezioni passate non le ho seguite.» risponde lei.
E brava la nostra ragazza che cazzeggia!
«Io invece oggi non ho scritto un cazzo..! Senti, facciamo così: io ti passo gli appunti delle lezioni che non hai seguito e tu quelli di oggi. Che ne dici?» ecco fatto, la trappola è armata.
«Per me va benissimo…non sapevo dove prenderli!» risponde lei.
La trappola è scattata, e una risata degna di Satana riecheggia nella testa di Jacopo.
«Perfetto! Allora facciamo che ci vediamo domani pomeriggio, diciamo per le quattro, in aula studio?» dice il nostro.
«Per me va bene..! Sei sicuro che non ti secca venire apposta per gli appunti?» dice lei con un’espressione quasi commovente.
«Nooo! Figurati! Tanto domani dovevo comunque venire in facoltà!»
Oscar per l’interpretazione..! Non è vero per niente e lo sai.
«Ok, allora se per te non è un problema ci vediamo domani…!» dice lei sorridendo.
«Certo! Ah…comunque io mi chiamo Jacopo» dice e le stringe la mano sorridendo dal profondo.
«Già vero..!» dice lei, ricambiando delicatamente la stretta di mano.
«Aurora, piacere!»
“Aurora, si chiama Aurora” si ripete il nostro. Troppe volte ha dimenticato un nome nel momento stesso in cui veniva pronunciato.
Rientrano insieme in aula. Lui comincia da subito a fare il buffone: piccole battutine sulla professoressa e sulle cose che dice. Lei ride di soppiatto, portandosi una mano davanti al viso per non farsi vedere dalla prof.
Dopo un’ora, a Jacopo sembrava che il tempo non fosse mai passato così velocemente.
Una volta fuori dall’aula non resta che salutarla. Baci sulle guance e a domani.
Se ne va sorridendo e ad ogni passo il sorriso si allarga sempre più.
Sulla strada verso casa, la vespa si guida praticamente da sola. Il nostro ha una paresi facciale: ride a cinquantacinque denti.
Sale le scale di casa a multipli di tre ed entra in casa tutto elettrico.
Si fionda nella camera di Martino, che ancora dorme. Apre la persiana di colpo e si siede sul letto, accanto a Martino ancora catatonico.
«Ma che cazzo fai? Che è successo..?» chiede Martino con la luce del mattino sparata in faccia.
«Martino…mi servono immediatamente gli appunti di storia contemporanea!» risponde Jacopo tutto pimpante.
Ecco. Già lo sapevo. Non cambierà mai.

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mercoledì, ottobre 19, 2005

I figli di mezzo della storia

Ti diplomi al Marconi. Istituto Tecnico Industriale lo chiamano.
Ci entri pieno di belle speranze, "voglio diventare un programmatore" ti dici, quando ancora hai solo quattordici stupidi anni.
Ci entri con la voglia di fare ed imparare. E poi ti fanno passare la voglia. Dopo cinque anni sei cambiato. Ti hanno costretto a cambiare.
Sono passati cinque anni, e dopo tutto quell'inferno ti dici "e ora? ora che cazzo faccio?".
E ti iscrivi all'università. "La fabbrica degli illusi" la chiamano.
Sei di nuovo pieno di belle speranze, probabilmente sempre le stesse rimesse a nuovo, ma comunque un po' ammaccate.
E alla fine sei solo più confuso di prima.
Poi una mattina ti chiamano quelli delle poste. Dicono che hanno avuto il numero dall'Istituto Tecnico Industriale Marconi.
Ti chiedono se vuoi fare il portalettere.
Hai studiato informatica per cinque anni e loro ti propongono di fare il portalettere.
Che cazzo di generazione è la mia? Che prospettive abbiamo? Quanti altri sogni dovranno distruggerci? Quante altre speranze?
Potremmo essere i migliori. Dovremmo essere incazzati come lupi. E invece siamo quelli che danno il resto nei supermercati, calmi come vacche indù. Siamo quelli sottopagati e anche un po' sfruttati, "perchè bisogna fare gavetta" ti dicono.
Siamo quelli dei Call Center per dieci fottuti euro.
Siamo i portalettere.

giovedì, ottobre 13, 2005

La vita è fatta di illusioni, false speranze e rabbia.
In quest'ordine.
Poi Nient'altro.
Fanculo.

martedì, ottobre 11, 2005

In pieno Rock 'n' Roll

La musica ti gira dentro le vene
che ognuno a suo modo è un tossico vero
di pere d'affetto di sogni di sesso o di idee
sei tossico sempre di cose che non sono tue
La radio ti passa un po' di metadone
qualcosa nascosto in qualche canzone
canzoni che sanno chi sei molto meglio di te
Gli accordi migliori rimangono sempre quei tre
In pieno rock'n'roll
scusami se è poco
in pieno rock'n'roll
suona un po' cosi
suona un po' antico
in pieno rock'n'roll
Ci sono gli spacciati e gli spacciatori
le facce da culo gli illusi e i migliori
i furbi di sempre e qualcuno che ci credeva
manuali su come salvarsi la pelle in fa
in pieno rock'n'roll
scusami se è poco
in pieno rock'n'roll
suona un po' cosi suona un po' antico
in pieno rock'n'roll
Qua attorno c'è poco o forse c'è tutto
o forse è la vita in sala d'aspetto
c'è sempre qualcuno che vomita l'anima
c'è musica vecchia che non ci ha stancato
sarà che il passato ce l'hanno prestato
qualcuno che dice che non l'han cagato mai
può essere sabato solo quando lo vuoi
può essere sabato solo quando lo vuoi
la musica fa sempre il proprio dovere
la prendi un momento si lascia trombare
poi va con un altro e tu non si sa con chi vai
però te la godi pensando che ci tornerai
in pieno rock'n'roll
scusami se è poco
in pieno rock'n'roll
suona un po cosi
suona un po antico
in pieno rock'n'roll...

lunedì, ottobre 10, 2005

Vita d'altri / Primo

Jacopo scende dalla vespa, si toglie il casco e si guarda nello specchietto retrovisore.
Si dà una sistemata ai capelli, ricci, castani e sempre più indomabili.
Poi si scruta con aria esaminatrice, guardandosi negli occhi nocciola che ricambiano lo sguardo, mentre si passa una mano sulle guance ruvide per la barba un po’ incolta.
Sistematina rapida alla giacca di velluto e alla sciarpona avvolta al collo. Ultimo sguardo nello specchietto della vespa.
Sembra tutto al suo posto.
Sembra.
“Sei teso” pensa sotto quell’agglomerato di ricci.
“Non devi essere teso. Le donne se ne accorgono quando sei teso.”
“Devi rimanere calmo” si dice mentre una mano già corre a nascondersi nella borsa che Jacopo porta a tracolla.
(La mano vagò nel buio senza trovare quello che cercava. Dopo un brevissimo attimo di panico le dita tastarono la forma rassicurante del pacchetto di sigarette e convulse lo afferrarono.)
Jacopo tira fuori le paglie dalla borsa e ne prende una. Ne restano altre quattro.
Solo altre quattro solitarie paglie.
“Quanta bontà” pensa, mentre la mano ricompie il viaggio al contrario fino al buio della borsa e abbandona il pacchetto al suo oscuro destino.
L’altra mano stà già cercando l’accendino in una delle tasche e finalmente la fiamma brilla, riparata da una mano amorevole. Bacia la punta della paglia e illumina brevemente il volto di Jacopo, i suoi lineamenti marcati e gli occhi socchiusi.
Al primo lungo tiro, la prima dose ansiolitica di nicotina lo invade.
“Nicotina ti amo” pensa. “Sono il tuo schiavo.”
Ma al secondo tiro, mentre la seconda dose di nicotina si mette in circolo, la paglia è già fuori dai suoi pensieri, un tutt’uno tra indice e medio.
Stà già pensando ad altro. Si sta chiedendo il perché adesso si trova sotto casa di una quasi sconosciuta, tutto teso e col cuore in subbuglio.
E ripensa ai giorni precedenti...

sabato, ottobre 08, 2005

Vi è mai capitato di immaginare la vostra morte?
A me a volte capita, mentre guido il motorino. Immagino incidenti catastrofici, poi me steso sull’asfalto. L’anima che guarda il corpo.
Poi immagino i miei amici, i miei parenti e tutti quelli che mi conoscono. Immagino la loro sofferenza e le loro lacrime e cerco di stilare una specie di “Hit Parade” della sofferenza: chi piangerà di più? A chi mancherò davvero? Come reagirà questo o quello..?
Poi immagino la faccia delle persone che magari mi conoscono solo di vista, quando qualcuno riferisce loro l’accaduto…scuotono la testa e hop faccia triste di circostanza.
Non so se è normale sta cosa…

venerdì, ottobre 07, 2005

Rabbia di sottofondo

Ogni giorno sperimento sulla pelle sentimenti diversi.
Ultimamente quello preponderante è la rabbia.
Più mi guardo in giro, in questa città di merda, e più mi rendo conto che è marcia e perduta.
Più mi guardo in giro e più vedo persone inutili e vuote, che fanno della lite e del sopruso l'unica ragione di vita.
Queste persone hanno strane ragioni per uscire di casa: dare fastidio agli altri, cercare la lite, derubare, spacciare.
Sono forti del gruppo. Sono convinti di essere al sicuro perchè conoscono questo e quello.
E la passano liscia.
Questo è quello che mi fa rabbia. Non puoi metterti contro gli "intoccabili". Devi abbassare la testa, oppure essere più folle e più bastardo di loro.
Ma se vieni cresciuto da una famiglia per bene è finita.
Sei fottuto.

Io avrei voluto nascere alto 2 metri e con ogni braccio tipo trave di ferro.
Così al primo stronzetto ke sgarra gli facevi passare una brutta mezz'ora. Di quella che ci ripensa ogni giorno per i sei mesi che passerà in ospedale con le ossa rotte.

mercoledì, ottobre 05, 2005

Tutto quello che amo scompare...

Giorni strani per il nostro.
Aveva l'impressione che tutto quello che lo circondava fosse destinato a perdersi e a svanire come se non fosse mai esistito.
Si chiedeva ancora una volta che senso avesse costruire qualcosa se alla fine sarebbe comunque andato in disfacimento. Chi cazzo glielo faceva fare dopotutto..?
Giorni fatti di silenzi e di sguardi e di false risate. Giorni in cui neanche le persone che considerava in un certo senso i "pilastri" della sua vita erano capaci di stargli vicino e di ascoltarlo. Non capiva se perchè troppo presi dai loro cazzi o perchè non gliene fotesse poi più di tanto.
Sperava solo che quel periodo passasse in fretta e che tutto tornasse come prima, anzi meglio. Perchè iniziava già ad averne i coglioni pieni di tutto quello schifo e di quell'inutile inutilità.
Non è così che immaginava i suoi vent'anni.
Decisamente NO...

sabato, settembre 17, 2005

Il limbo degli ignavi

Università. Lavoro. Passato presente e futuro.
Tutti interrogativi che si accavallano tra loro. Che pendono sulla mia testa come una spada di Damocle, soprattutto in questo periodo.
Devo mettere un po' d'ordine e fare le mie scelte. Perchè sto perdendo le redini della mia vita e non mi piace.
Devo mettere un po' d'ordine, perchè inizio a non capirci niente.
Mi interesso a mille cose diverse tra loro e non ne porto a compimento neanche una. Come vivere nel limbo degli ignavi.

martedì, settembre 06, 2005

The big Kahuna

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto. E in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava. Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un
chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica. I veri problemi della vita
saranno sicuramente cose che non t'erano mai passate per la mente. Di quelle che
ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio. Fa' una
cosa, ogni giorno che sei spaventato. Canta. Non esser crudele col cuore degli
altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo. Lavati i denti. Non perder
tempo con l'invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è
lunga e alla fine è solo con te stesso. Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente dimmi come si fa. Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto. Rilassati. Non sentirti in colpa se non sai cosa
vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a
ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più
interessanti che conosco ancora non lo sanno. Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno. Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant'anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi. Senza paura e senza temere quel che pensa la gente. E' il più grande strumento che potrai
mai avere. Balla. Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno. Leggi le
istruzioni, anche se poi non le seguirai. Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo. Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro. Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno. Datti da fare per
colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane. Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca. Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca. Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni
sembreranno di un ottantacinquenne. Sii cauto nell'accettare consigli, ma sii
paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio...per questa volta.

Settembre

Fuori piove e lo schianto secco dei tuoni riempie l'aria.
Sembra quasi che l'inverno sia arrivato di colpo.
Settembre è sempre strano per me. Quasi per un scherzo del destino, ogni anno rappresenta sempre un mese di transizione. Come se si chiudesse un ciclo per poi aprirsene un altro quando tutto si stabilizza. E si ricomincia.
Una volta si tornava a scuola dopo l'estate. Ma con la fine della scuola perdi anche il piacere delle vacanze. Perdi quel sapore di libertà, la felicità di non vedere per tre mesi quei bastardi dei professori. E alla fine un po' vi manca, credetemi.
Ma il ciclo della scuola si è chiuso ben due anni fà, anche se sembra solo ieri e quasi quasi riesco ancora a sentirmi addosso la paura delle interrogazioni e le risate con i compagni.
Tra un po' si ricomincia con l'università invece, con la speranza di ritrovare la voglia di studiare che in realtà non ho mai avuto.
Ma farò quel che potrò, perchè tanto solo la speranza mi fa andare avanti...

giovedì, settembre 01, 2005

Ed eccoci al primo di settembre. Data che segna in un certo senso la fine dell’estate.
Un’estate davvero di merda devo dire. Piena di niente. Giornate noiose, qualche uscita divertente, ma tutto sommato che lascia l’amaro in bocca.
È triste pensare che hai bruciato un periodo della tua vita senza concludere niente. Passando giornate nell’inutilità più totale. Come adesso per esempio.
Sono scazzato a morte. I sintomi sempre i soliti: vorrei fare qualcosa. Non so cosa. E cmq non ho voglia. Ascolto i Deftones, interrompendo l’ascolto solo per fumare una sigaretta.
Inutilità. Niente di che.
Anche certe situazioni che una volta mi avrebbero tenuto in vita, adesso mi scivolano addosso come se niente fosse. E mi ritrovo ancora una volta bloccato nel mio inferno personale, che altri possono solo intravedere.
Insomma, questi giorni di mezzo li sto già odiando. Davvero poche cose riescono a strapparmi un sorriso. Per farla breve: ho i coglioni croccanti.

Non lo so neanche io che cazzo voglio.
Forse solo qualcosa o qualcuno che mi tiri su. Qualcosa in cui concentrare tutta la mia speranza. Qualcosa che mi faccia alzare dal letto col sorriso. Com’era una volta con Loriana, per fare un esempio banale. Lei era il motivo per alzarsi dalla "ventosa" del letto e andare a scuola. Ma questo ero mooolto moolto tempo fà.
E proprio mentre scrivo, capisco che il mio problema è questo. Non riesco a vivere in funzione di me stesso. Do sempre la precendenza agli altri, che sia giusto o sbagliato. Che se lo meritino o no.

lunedì, agosto 15, 2005

Ho osservato la mia tartaruga vagare per il suo recinto quadrato. Sembrava disperata nella ricerca di un'uscita.
Nel suo piccolo mondo ha tutto quello che le serve per sopravvivere, ma lei cercava disperatamente la libertà. E si affannava contro un piccolo spiraglio tra le assi di legno che segnano i confini del suo mondo.
Era solo un piccolo assaggio di un altro mondo, ma la speranza di una vita migliore o di annullare la solitudine era così grande da giustificare gli sforzi per raggiungerlo.

Non vi ricorda forse qualcosa...?

domenica, agosto 14, 2005

Ancora una volta le mie paure hanno preso il sopravvento. Mi sono fatto bloccare, ho pensato troppo e non ho agito.
Ancora una volta ho fatto la scelta più facile, quella che mi lascia nel mio limbo ovattato, dietro un vetro da cui posso vedere, ma non toccare.
E ora l'unica cosa che so fare è piangermi addosso. Ancora una volta.
Credi di essere cresciuto, di essere cambiato, e invece sei sempre lo stesso.
Un debole, tenuto al guinzaglio dalle sue inutili paure.
Voglio davvero una vita piatta, dominata dalla ragione? No.
E allora perchè continuo a compiere sempre lo stesso errore?
Perchè non riesco semplicemente a non pensare?

sabato, luglio 30, 2005

Questi ultimi giorni li ho passati a lavorare al bar del mio amico Itaco, visto che lui è in grecia e suo padre, il mitico signor Mario, essendo stato operato, ha bisogno di una mano al bar.
Mi ricordo che sono entrato in quel bar senza neanche sapere dove trovare una birra, né fare un caffè. Adesso invece sono capace di gestirmi da solo tutte e due le sale davanti al bar, prendendo ordinazioni, servendo ai tavoli, e svolgendo tanti di quei piccoli lavoretti secondari che neanche vi immaginate.
Fatto sta che, stanchezza che si accumula e paga di 30 euro per sera a parte, lavorare al bar mi piace. Intanto perché coi genitori di Itaco mi trovo a mio agio e suo padre dà lezioni di vita ogni volta che apre la bocca. Non nel senso che fa la paternale, ma nel senso che ti apre gli occhi.
E poi lavorare al bar mi piace perché quando sono lì non penso ad un cazzo in particolare, a parte quello che c’è da fare per il bar. Niente pensieri strambi, niente paranoie. Ti perdi tra granite da portare ai tavoli e i discorsi della gente, cercando con tutto il tuo essere di non far cadere niente dai vassoi..!

Detto questo, penso che scriverò là settimana prossima, perchè in questi giorni sarò ancora al lavoro al bar..!
Alla prossima gente!

mercoledì, luglio 20, 2005

Voglio distruggere questo mondo di merda e sulle rovine edificare il mio mondo.

domenica, luglio 17, 2005

Io coi blog non ho proprio fortuna. Mi chiedo perchè ancora mi ostini a volerci scrivere i miei cazzi. Che poi, sappiatelo, quello che leggete qui, è solo quello che IO voglio farvi leggere. Non avrete mai la versione integrale dei miei pensieri, altrimenti penso che il mondo smetterebbe di girare. E si rivolterebbe contro di me. Ma no, meglio non dirle certe cose...

venerdì, luglio 15, 2005

I sentieri dei sogni

I sentieri dei sogni portano ad un antro scintillante. In quest’antro custodiamo tutti i nostri desideri, da quelli più stupidi, a quelli più assurdi e recogniti, in cui non crediamo più.

Non so se ti è mai capitato di fare uno di quei sogni bellissimi, in cui un tuo recognito desiderio viene esaudito. Ma ti assicuro che quando ti svegli, e dopo il rincoglionimento dei primi secondi da sveglio, arrivi a capire che era solo un sogno, beh ci resti un po’ male…


Alla fine ho riavuto il motorino. E con esso, una parte della mia libertà.
Sento che manca ancora qualcos’altro per essere completo e dare il via a questa estate. Ma devo sbrigarmi. È ancora luglio ma so che se mi cullerò troppo settembre, con le sue giornate grigie, arriverà ad opprimermi.

giovedì, giugno 30, 2005

...

MA, e ripeto MA, ormai da qualche anno, estate è anche sinonimo di Summer Card, quella simpatica promozione che ti permette di mandare sms gratis.
Ma tra i tanti amici e le tante amiche con cui messaggiare, scorrendo la rubrica del cellulare, ci trovi anche -ahimè- i numeri delle ex. E tra queste ex c’è anche il numero di una già citata ragazza. E poiché il nostro, nonostante di questo periodo di merda ne abbia non due ma addirittura TRE palle piene, è riuscito a trovare l’ennesimo espediente per stare male. Sentire una ex. Per di più l’ultima ex.
E partono ste discussioni assurde, a colpi di 60-70 messaggi in un giorno.
Non lo sa neanche lui, il nostro povero sfigo, cosa spera di ottenere con questi messaggi che rasentano la pateticità. Ma continua a mandarli. E si illude da morire.

mercoledì, giugno 29, 2005

BASTAAA!

L'estate è di per sè calda. E fin qui ok, ci siamo.Ma quando l'estate è davvero calda e le giornate passano lente e afose e il sottoscritto ha il motorino sotto sequestro per colpa del fratello idiota fermato senza casco, allora l'estate oltre ad essere calda diventa tremendamente odiosa.Sapete cosa vuol dire aver passato tutto giugno senza motorino?? Ve lo dico io cazzo..vuol dire morire di caldo a casa. Vuol dire dover elemosinare passaggi per raggiungere la massa d'acqua più vicina. Il MARE..con la sua frescura, quel venticello fresco...Il 5 luglio riavrò il mio amato moped. Il mio stimatissimo, scassatissimo, ma non per questo trascurato, motorino! Non mi è mai mancato tanto...non mi è mai pesato tanto il fatto di DOVER rimanere a casa perchè non hai come spostarti. A parte l'opzione di rompere i coglioni a qualche amico...
Si, lo so che non ve ne fotte più di tanto. Ma è un piccolo sfogo di una grande disperazione...

venerdì, giugno 24, 2005

Dove eravamo rimasti?

Ok ok..adesso che abbiamo rotto nuovamente il ghiaccio, è ora di darvi quello che volete. Soprattutto se leggevate il vecchio Photo Diary, vorrete sicuramente sapere com'è finita la mia storia con Valentina. Vabbè forse non ve ne fotte più di tanto.In ogni caso ecco com'è andata a finire...

Domenica 27 gennaio ero abbastanza incazzato. La sera prima, sabato, Valentina non era scesa per studiare ancora per i fottuti esami che aveva in quel periodo. La sentivo già lontana, ma la cosa si è aggravata mercoledì 2 marzo.
Mercoledì, dopo l'ultimo di quei maledetti esami, nel primo pomeriggio le chiamo, solo per sentirmi dire in tono di scusa che stava andando –proprio mentre le parlavo- a Reggio Calabria da sua sorella...
Ci rimango un po' di stucco sul momento. La cosa non mi convinceva molto...ma quella sera stessa ci siamo sentiti per telefono, come al solito, e lei mi sembrava molto tranquilla: niente di strano. Pensavo di essermi sbagliato e forse, come diceva lei, aveva davvero bisogno di una pausa lontano dallo stress degli esami...In fondo sarebbe tornata sabato 5, all'orario di pranzo. Cazzo se davvero aveva bisogno di un po' di svago da sua sorella potevo aspettare.
Così trepidante aspetto sabato e non appena lei torna da Reggio Calabria le telefono.
Volevo sapere se poteva scendere a Catania. Volevo sapere se, finalmente, avremmo potuto stare insieme, almeno di sabato sera..!
Stavo impazzendo, non avevamo avuto un attimo di tranquillità, solo io e lei, dall'11 febbraio. Da quella mattina passata a casa mia.
Lei risponde, un po' scazzata e dapprima mi fa “io non posso scendere di sicuro”… E io, ovviamente, “beh, allora vengo io!”.
La risposta, agghiacciante, è stata: “non voglio che vieni apposta..perchè la serata non ti piacerebbe…”.
Lei era l'iceberg, io il Titanic.
Devastato, con un’idea molto chiara e molto negativa in testa, non mi resta che chiudere.
Solo con quella telefonata, avrei potuto morire tranquillamente, così, seduta stante.
Inizio ad imparanoiarmi di brutto. La situazione si faceva davvero pessima.
In serata esco comunque in centro a Catania e Tony porta notizie fresche da Simona, che era a casa di Valentina. Mi raccomanda di non dire niente perché Simona non voleva che io sapessi. (Adesso può anche saperlo...tanto che importa ormai..?).
E in definitiva la storia si ripete: Valentina vuole la sua libertà. Dopo la storia lunga che ha avuto prima di me, si è accorta di voler stare da sola...
A questo punto mi viene da chiedermi: forse sono io..? Cazzo, magari è colpa mia..?
Ma anche a questo sembra non esserci una risposta chiara, perché in seguito Tony mi dice altro. Vale, a Simona, ha detto che con me ci sta bene, dopotutto. Solo che vuole stare da sola.
Ora, secondo voi, che cazzo significa?? IO, se sto bene con una persona, faccio di tutto per starci insieme. Le donne invece -tutte le donne- NO, loro si accorgono anche di perdere la loro libertà! Come se le avessi MAI vietato di uscire da sola. Come se mi facessi sentire ogni 10 minuti, facendo scenate di gelosia da film. No! Non ho mai fatto niente di tutto questo. Né con Vale, né con le altre che cmq mi hanno lasciato. Sono un ragazzo BUONO, io. Ed è questo il mio cazzo di difetto. Loro vogliono quello bastardo. Vogliono quello che le accontenti, ma che le faccia anche soffrire, in una stronzissima altalena senza senso…Io non ce la faccio ad essere BASTARDO, a farmi desiderare. Quando mi intrippo, voglio bene e mi piace sentirmi voluto bene! E invece no! Devi trattarle male!! Perché se non le tratti male, loro si stufano, anche! Non solo fai di tutto per accontentarle, per vederle sorridere. Ma si stufano anche. E reclamano una libertà che non le hai mai tolto.
E ke cazzo.
Dopo quel sabato abbastanza definitivo, la situazione è rimasta in stallo per un paio di giorni. Ovvero io aspettavo che lei scendesse a Catania per parlare di sta situazione faccia a faccia. Ma lei non scendeva. Così un giorno, il 7 marzo per la precisione, verso le quattro le ho chiamato. Ero in facoltà, in un cortiletto scoperto da poco. Un’altra oasi di paradiso, una terrazza assolata, esplosione di primavera e di tepore buono.
Nella telefonata quello che già sapevo è stato confermato. Vuole stare da sola, penso inteso come "non devo dare conto a nessuno e se decido di starmene per i cazzi miei tu non ci resti male" e come "tra l'altro mi sono stufata di te".
Non ho altro da dire, a parte che, sinceramente, non sono riuscito ad incazzarmi.
Ero così, stronzo in una situazione stronza, impotente. Non potevo fare niente, niente. E questa è la cosa che mi pesa di più, dovermene stare in disparte senza poter decidere nulla. Essere succube, ogni volta e sempre, delle decisioni altrui.

Questa è la nostra cazzo di vita, fatta di emozioni con la data di scadenza. Tutto a tempo determinato. Il tempo finisce e tutto và nel fottuto cassetto dei ricordi.
Ti rimane qualche foto e una cazzo di malinconia dentro, all’altezza dello stomaco.
Poi ognuno torna al suo posto. Il gioco finisce. Le pedine tornano sulle loro caselle.
Hai passato momenti indimenticabili e poi fanculo...FANCULO…!!

Non sono poche le volte in cui avrei desiderato fermare il tempo.
Far diventare degli attimi un eternità. Ma tanto non servirebbe ad un cazzo.
Siamo materiale organico in decomposizione.
Questo è tutto.

Solo Sogni...

Sogno un luogo morbido, senza spigoli. Niente seccature, niente preoccupazioni. Niente soldi di cui aver bisogno. No, niente di così meschino. Nessuno che decide per te cosa puoi o non puoi fare. Cosa sia legale o no. Dormire quanto vuoi. O non dormire, se ti gira.
Sogno un luogo dove non aver bisogno di niente. Ma allo stesso tempo avere tutto.
Prendete la cima di una montagna molto aguzza. Tagliatela qualche chilometro sotto la punta. Adesso rovesciatela e immaginate che possa fluttuare tra le nuvole.
Sulla superficie piatta e vergine, lì tra le nuvole, io edificherei il mio mondo. Un prato verde ma non troppo. Degli alberi ombrosi, ma non troppo.
Mi verrebbe da dire anche una ragazza. Anzi una donna. Una donna che ti ami. E che ami solo te e nessun altro. E vorrei che lei non si stancasse mai di me. E che io non mi stancassi mai di lei. Che ogni giorno fosse più bello del precedente, che niente fosse mai scontato, mai ripetitivo.
Sogno un posto che non esiste.

mercoledì, giugno 22, 2005

Tanto per (ri)cominciare...

NOME: Paolo
ANNI: 20
PROFESSIONE: studio…ok ci ho provato….cazzeggio…
PASSATEMPO PREFERITO: ascoltare musica, leggere, scrivere, suonare, compilare test idioti…
COLORE PREFERITO: nero, rosso...un po' tutti...
LIBRO PREFERITO: mmh difficile…ultimamente i libri di Palanhiuk, quindi direi Fight Club…ma anche Bastogne, Il giorno dei Tirfidi, Trainspotting, Il signore degli anelli…(potrei continuare per altri 15 minuti..)
ARTISTA PREFERITO: dipende da che tipo di artista si tratta… Pittore: Dalì. Musicista: Jimmy Page. Regista: David Fincher o Tarantino.
FILM PREFERITO: mmh molto difficile. Direi il signore degli anelli (ovviamente la trilogia completa), Trainspotting, Pulp Fiction, Fight Club…anche qui la lista è lunga…
LA TUA MUSICA: un po' tutti i tipi di Rock..
COSE CHE AMI: i miei Ray-Ban, la Vespa che avrò (perchè cascasse il mondo l'avrò!), oziare, ascoltare musica sempre e ovunque, scrivere o suonare per sfogarmi, scoprire le persone, le uscite "non-sense" con gli amici che spesso sono le più divertenti, la sigaretta al momento giusto.
COSE CHE ODII: le persone ipocrite e i loro sorrisi di circostanza, pensare troppo nei momenti sbagliati, la stupidità e i ragionamenti bigotti.
SEI FELICE?: ci provo con tutto me stesso e non ci riesco. Poi di colpo divento euforico per niente!
SOGNI O REALTA?: solo nei sogni siamo davvero appagati...
DESTRA O SINISTRA?: la destra la vedo troppo rigida, troppo schematica, con una mentalità troppo chiusa. Non dico di essere un convinto comunista, ma le mie idee sono più vicine alla sinistra piuttosto che alla destra.
TG1 O TG5?: non cambia molto. Sappiamo solo quello che vogliono farci sapere.
STALIN O HITLER?: entrambi grande forza di volontà e grande carisma, ma applicato nel più sbagliato dei modi.
LA PERSONA CHE AMI DI PIU': nessuno in particolare, in questo momento…
LA PERSONA CHE ODI DI PIU': stessa risposta, per ora…
LA PERSONA CHE STIMI DI PIU': i miei amici, chi dimostra grande forza di volontà, chi uccide le sue paure.
LA PERSONA PIU' STUPIDA CHE TU CONOSCA: diciamo che ce n’è più di una ed è difficile scegliere tra di loro..!
QUANTI NELLA DOMANDA PRECEDENTE SCRIVERANNO IL TUO NOME?: non mi interessa!
LA PERSONA PIU' INTELLIGENTE CHE TU CONOSCA: mmmh non saprei…mi viene da dire me stesso…
QUANTI NELLA DOMANDA PRECEDENTE SCRIVERANNO IL TUO NOME?: non saprei…
LA FRASE CHE DICI PIU' SPESSO: non c’è una frase in particolare. Di solito o comincio a parlare e non la finisco più, oppure sto zitto e penso.
LA PAROLACCIA CHE DICI PIU' SPESSO: ma porco D*O...!!
LA PAROLACCIA CHE TI DICONO PIU' SPESSO: boh...pezzo di merda?
L'ULTIMA VOLTA CHE TI HANNO DETTO "TI AMO": nella mia vita precedente credo..
L'ULTIMA VOLTA CHE TI HANNO DETTO "TI ODIO": anche in questo caso mai…
LA PRIMA COSA CHE GUARDI IN UNA RAGAZZA: sicuramente gli occhi (per vedere se mi nota e perchè rimango affascinato dallo sguardo), poi le labbra e il naso....il fisico…vabbè anche il culo dai…
BACI...MEGLIO IL PRIMO O L'ULTIMO?: forse meglio i primi, perché non avendo termini di paragone sembravano tutti stupendi…Ma per l’importanza intrinseca del bacio, meglio gli ultimi…credo.
A CHE ETA' ANDREBBE FATTA LA PRIMA VOLTA?: non dipende dall’età ma dalla persona giusta nel momento giusto…
AL PRIMO APPUNTAMENTO:
CINEMA? Perché no…magari un film divertente però!
RISTORANTE?: nooo, troppo perbenista e formale…meglio un pub e musica dal vivo!
PASSEGGIATA?: non male, offre lo spunto per chiaccherare e conoscersi meglio…
BACIO ALLA FRANCESE?: beh, certe volte è difficile trattenersi..!
SESSO?: non credo…ma può capitare!
COSA UN RAGAZZO NON DOVREBBE MAI DIRE AL PRIMO APPUNTAMENTO?: evviva la spontaneità, ma forse è meglio evitare il discorso EX...
COSA UNA RAGAZZA NON DOVREBBE MAI DIRE AL PRIMO APPUNTAMENTO?: anche lei dovrebbe essere spontanea e naturale...ma è meglio non sapere la storia della sua vita sentimentale…cioè non subito!
COSA TI MANCA NELLA VITA PER ESSERE PIENAMENTE FELICE?: direi l’indipendenza. Una casa in cui abitare nel cazzeggio con i miei amici, un lavoro soddisfacente e una ragazza da amare e che mi ami…
UN PERIODO DELLA TUA VITA CHE CANCELLERESTI: magari cancellare no, ma vorrei poter cambiare tante cose…magari il periodo delle scuole medie…
FUMI?: si.
COSA?: mi rullo personalmente le sigarette...oppure le care vecchie Merit...
LA TUA DROGA: il sonno!
MAI PROVATA QUALCHE DROGA PESANTE?: no!
MAI UBRIACATO:? più o meno...
MAI COMMESSO QUALCHE CRIMINE?: no…cioè ogni tanto rubacchio qualcosina, ma non nei supermercati o cose così…stupidaggini insomma…
LA FRASE CHE I TUOI AMICI TI DICONO PIU' SPESSO: “che facciamo stasera?”.
LA FRASE CHE LE TUE AMICHE TI DICONO PIU' SPESSO: “non ti fai sentire mai”.
LA PERSONA DA CUI HAI IMPARATO A VIVERE: un po’ tutti quelli che fanno parte e che hanno fatto parte della mia vita, nel bene e nel male..
LA PERSONA DA CUI VORRESTI IMPARARE A VIVERE: da chi non ha nient’altro che la propria vita..
ESISTE L'AMICIZIA FRA UOMO E DONNA?: assolutamente no. E’ solo una parvenza d’amicizia, che l’uomo utilizza per raggiungere il cosìdetto “qualcos’altro”…Per l’uomo c’è sempre un minimo di interesse dietro…sempre!!
E' POSSIBILE RIMANERE AMICI DOPO ESSERE STATI INSIEME?: mi piace pensare di si, ma solo dopo molto tempo…e comunque non sarà mai un’amicizia profonda (per i suddetti motivi con l’aggiunta che è una tua ex..)
LA FRASE PIU' BANALE CHE UNA RAGAZZA TI ABBIA MAI DETTO: ho bisogno della mia libertà…
LA COSA PIU' ROMANTICA CHE UNA RAGAZZA ABBIA MAI FATTO PER TE?: di solito sono io il romanticone…
MAI TRADITO?: no…penso che non ne sarei capace…
MAI STATO TRADITO?: non nel vero senso del termine, ma sono stato lasciato per altre persone.
CHE COSA FA FINIRE UNA STORIA?: la perdita di interesse…quando si cade nella monotonia…quando si cambia e si perdono i punti in comune che si pensava di avere con l’altra persona…
CHE COSA TIENE IN PIEDI UNA STORIA?: il bisogno di amare e sentirsi amati, il bisogno dell’altra persona, la sincerità, l’attrazione sessuale anche…
DATTI UN VOTO DA UNO A DIECI?: di solito mi darei un 8, ma in queso periodo mi merito a stento un 5...
DICCI QUALCOSA CHE NON HAI MAI DETTO A NESSUNO: non c’è niente che non ho mai detto a nessuno…!
FACCI UN SALUTO FORMALE: buongiorno…
E UNO CONFIDENZIALE: ciao mbare!

Benvenuti...

Siete venuti dunque. Beh, benvenuti..!
Come dicevo, volevo ricominciare postando il testo di "Nuotando nell'aria", dei Marlene Kuntz. Ed eccolo qui finalmente...!

Pelle, è la tua proprio quella che mi manca
in certi momenti e in questo
momento e la tua pelle ciò che sento,nuotando
nell' aria.
Odori dell' amore nella mente,
dolente, tremante, ardente.
Il cuore domanda
cos' è che manca?
perchè si sente male? molto male,
amando, amando, amandoti ancora...
nel letto, aspetto ogni giorno un pezzo di te,
un grammo di gioiadel tuo sorriso,
e non mi basta nuotare nell' aria per immaginarti,
se tu sapessi che pena..
e intanto l' aria intorno è più nebbia che altro,
l' aria è più nebbia che altro,
ahhahh..è certo un brivido,
averti qui con me,
in volo libero,
sugli anni andati ormai.
E non è facile,
dovresti credermi,
sentirti qui con me,
perchè tu non ci sei.
Mi piacerebbe sai,
sentirti piangere,
anche una lacrima,
per pochi attimi.
Mi piacerebbe sai,
sentirti piangere,
anche una lacrima,
per pochi attimi...